Un progetto che dà nuova vita all’abete del Principe degli Altopiani Cimbri del Lavarone, trasformandolo in strumento “con un’anima”. Giovanni Costantini, violoncellista e direttore artistico della mostra: “E’ un primato storico e una rarità”
Tutto è cominciato da una richiesta fatta da Giovanni Costantini, violoncellista e direttore artistico del progetto-mostra “Anima. Dentro il suono delle Alpi” (fruibile dal pubblico a partire da sabato 23 marzo), a Gianmaria Stelzer, liutaio: “E’ caduto un abete bianco, cosa si può fare?”
Un abete bianco dal legno pregiato alto 52 metri, conosciuto come Avez del Prinzep (l’albero del principe), straordinaria testimonianza naturalistica degli Altopiani Cimbri nel Comune di Lavarone: 250 anni di vita e un primato, quello di “più alto abete bianco d’Europa”.
Nel 2017 lo schianto al suolo che lo rende, oggi, simbolo delle Alpi e della loro trasformazione climatica, diventato subito uno spunto creativo per Stelzer il quale decise di trasformarne il legno in un originale quartetto d’archi. “Due violini, una viola e un violoncello – spiega – realizzati attraverso un lungo procedimento sperimentale e meticoloso, concluso nel dicembre 2023 a Zurigo” (dove ha sede il laboratorio).
Strumenti di legno chiaro (solitamente, viene utilizzato il legno rosso) il cui processo di creazione è stato poi documentato e trasposto nel percorso espositivo “Anima. Dentro il suono delle Alpi” che verrà inaugurato venerdì 22 marzo alle 18.30 al Muse, occasione per ascoltarne le note.
“Questo quartetto suonerà per la prima volta assieme, come fosse un’unica anima”, aggiunge Stelzer.
Un progetto che mette assieme ambiente, artigianato, suoni e musica con l’obiettivo di dare una nuova vita al legno; “una forma di rigenerazione, un racconto che conduce a conoscere la genesi di uno strumento musicale attraverso una duplice modalità, quella di una mostra e di uno spettacolo (in programma per l’estate, con la regia di Andrea Brunello e con i testi di Marco Albino Ferrari)”.
“Anima è un sogno, una sfida al tempo: dare una nuova vita all’Abete del Principe altrettanto lunga di quella che ha già vissuto, affinché il suo schianto non sia una fine ma solo l’asse di simmetria tra un prima e un dopo di secoli”, spiega Costantini, ricordando come questo progetto costituisca “un primato storico e una rarità”.
“Anima”, nome scelto come significato e simbolo dell’intero progetto, fa riferimento “ad una parte specifica del violino, l’anima: un listello cilindrico di pochi mm di diametro, posizionato all’interno della cassa armonica che ne determina la bellezza del suono”, continua.
“Chi ascolta il suono del violino, non percepisce il suono delle corde ma le vibrazioni della cassa armonica”.
Fondamentale il supporto del Muse, del Comune di Lavarone (attraverso la figura del sindaco, Isacco Corradi) e del Comitato Valorizzazione Avez del Prinzep.
“Portare la matericità dell’Avez del Prinzep a testimonianza culturale attraverso la mediazione musicale – tiene a precisare Michele Lanziger, geologo, antropologo, direttore del Muse e co-ideatore del progetto – si pone come progetto di grande innovazione culturale e di promozione di una visione di mondo dove ambiente, sviluppo sostenibile e linguaggi artistici convergono per indicare mondo di valori condivisi e di futuri sostenibili”.