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Hai un quartetto d’archi e vorresti provare gli strumenti ANIMA?
Hai un progetto artistico che potrebbe coinvolgere uno o più strumenti di ANIMA?
In questa pagina puoi conoscere meglio gli strumenti realizzati da Gianmaria Stelzer.
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“Chi conosce la scienza sente che un pezzo di musica e un albero hanno qualcosa in comune…”
Anton Cechov
Avendo stimato in 250 anni circa l’età dell’Avez del Prinzep al momento dello schianto, avvenuto nel 2017, possiamo considerare il 1767 come suo ipotetico e ideale anno di nascita.
Partendo da questo presupposto “anagrafico”, nella ricerca di modelli risalenti proprio al suo anno di nascita, il liutaio Gianmaria Stelzer ha però ritrovato pochi validi esemplari, e ha pertanto esteso il concetto ad “anniversari” nei secoli precedenti potendo così includere strumenti di enormi valore artistico e potenzialità acustiche.
Il quartetto d’archi ANIMA è stato quindi realizzato sui seguenti prestigiosi modelli:


I VIOLINO: GIOVANNI BATTISTA GABRIELLI, FIRENZE, 1767
(anno di nascita dell’Avez).
I VIOLINO: GIOVANNI BATTISTA GUADAGNINI, PARMA, 1767
(anno di nascita dell’Avez).


VIOLA: GASPARO DA SALÒ, BRESCIA, 1567
(due secoli prima della nascita dell’Avez).
VIOLONCELLO: ANTONIO STRADIVARI, CREMONA, 1667
(un secolo prima della nascita dell’Avez).
All’interno degli strumenti, oltre alle etichette che riportano le attribuzioni di cui sopra, vi è la firma del suo costruttore e il marchio del Comitato Valorizzazione Avez del Prinzep.
Una citazione che, invisibile all’occhio poiché coniata sul retro del piano armonico, si sviluppa attraverso i quattro strumenti, seguendo il profilo delle f:
“How strong, vital, enduring! How dumbly eloquent! What suggestions of imperturbability and BEING, as against the human trait of mere SEEMING. Then the qualities, almost emotional, palpably artistic, heroic, of a tree; so innocent and harmless, yet so savage. It IS, yet says nothing. Go and sit in a grove or woods, with one or more of those voiceless companions, and read the foregoing, and think.” Walt Whitman
In omaggio all’unico vero liutaio meritevole di considerazione nel panorama trentino, Luca Primon, maestro di Gianmaria Stelzer prematuramente scomparso proprio nel 2017, il quartetto è a lui dedicato.